Umbria, una premessa

«Premessa» a Aa.Vv., Umbria, a cura di Umberto Marini, pubblicato dalla Regione Umbria nel 1985. Il testo è stato inserito nell’ultima edizione di W. Binni, La tramontana a Porta Sole. Scritti perugini ed umbri, 2007.

UMBRIA, UNA PREMESSA

Accolgo volentieri il cordiale invito a stendere una brevissima premessa a questo volume edito dalla Regione Umbria, invito rivolto a me, come perugino ed umbro profondamente legato alla mia città e alla mia regione (lo testimonia anche il mio recente volumetto La tramontana a Porta Sole. Scritti perugini ed umbri, pubblicato dalla stessa Regione), da parte del presidente della Regione, Germano Marri e dall’ideatore e da alcuni realizzatori del libro, tra i quali soprattutto Raffele Rossi, vicesindaco di Perugia e presidente dell’Istituto per la Storia dell’Umbria Contemporanea, mio vecchio amico e compagno nella lotta contro la dittatura e nel nuovo sviluppo della vita democratica a Perugia e in Umbria, prima della mia ormai lontana partenza per altre città e regioni.

Questa brevissima premessa non intende tanto entrare nel merito delle singole parti della vasta e complessa materia trattata nel volume, quanto sottolineare l’utilità e la funzione che può avere questa iniziativa divulgativo-didattica destinata e rivolta ai giovani e giovanissimi che frequentano le varie scuole dell’Umbria, come strumento di avvio alla conoscenza della loro regione, come stimolo all’interesse per i vari aspetti della sua realtà, della sua storia, cultura e arte, della sua conformazione geografica, economica, delle sue tradizioni profonde e varie, dei suoi problemi attuali. E quindi non solo avvio alla conoscenza della regione, ma ad una presa di coscienza dell’appartenenza ad essa, in funzione di una partecipazione attiva al suo sviluppo e alla sua civiltà, di cui certo l’istituzione della Regione nel 1970 e la politica amministrativa e culturale delle giunte regionali che si sono susseguite fino a quella attuale, hanno costituito un rafforzamento della sua generale e articolata consistenza, favorendo una piú dinamica armonizzazione della peculiarità delle varie zone che costituiscono l’Umbria, senza con ciò livellarne le irripetibili caratteristiche.

Spetta dunque ai giovani umbri ricavare da questa iniziativa non solo una spinta ad approfondire ulteriormente, secondo i personali livelli culturali, la conoscenza e l’interpretazione dei caratteri della propria terra, ma, ripeto, tradurre conoscenza in coscienza della propria identità regionale, sí che questa, lungi dal risolversi in una semplice seppur ampliata prospettiva locale, contribuisca, con i propri caratteri, all’affermazione di una vasta e articolata prospettiva nazionale e mondiale che abbia per mèta, ideale e necessaria, una società umana e fraterna, rispettosa di realtà e ispirazioni diverse, pur tutte convergenti in una scelta di «vera pace» e autentica promozione del bene comune di tutti gli uomini, opposta ad ogni ingiustizia e sopraffazione; proprio quel «potere dal basso» e «di tutti» e quella pace di cui tanto originalmente parlò, e per cui tanto attivamente operò, con inspirazione cosí inconfondibilmente umbra, la piú complessa e alta personalità umbra di questo secolo, Aldo Capitini, riprendendo tra le sue piú congeniali sollecitazioni profonde la prospettiva di Francesco d’Assisi e quella del supremo appello leopardiano della Ginestra, sempre piú valido per gli uomini di un tempo posto di fronte ad una scelta decisiva fra uno scontro catastrofico e una totale collaborazione fraterna:

… Tutti fra sé confederati estima

gli uomini, e tutti abbraccia

con vero amor…